l’intervento clinico proposto fa riferimento all’integrazione tra le teorie sistemico-relazionali e il processo di sviluppo multigenerazionale della famiglia.
Secondo tale modello, il sintomo che arriva in stanza di terapia non viene trattato come un problema individuale, bensì come la manifestazione di un disagio dell’intero contesto in cui esso stesso si esprime, trasformandosi in una porta di accesso al mondo familiare. Il disagio presentato viene quindi osservato in maniera più articolata e complessa, coinvolgendo l’intero sistema relazionale di riferimento, ovvero la famiglia. Tenendo a mente tale pensiero, ci si propone di ricercare tutti quei significati relazionali e tutte quelle connessioni affettive che verranno indagate non solo nel triangolo primario (padre-madre-figlio) ma anche nelle generazioni più anziane. Porre la famiglia in un contesto evolutivo e storico facilita tale possibilità di passare attraverso passato, presente e futuro, rintracciando, ad esempio, atteggiamenti, miti e aspettative che sono stati trasmessi da una generazione all’altra e con cui le persone sono cresciute. Questo viaggio si pone come obiettivo quello di individuare, sollecitare e riattivare le risorse esistenti all’interno del sistema famiglia, della coppia e dell’individuo, in particolar modo del bambino. Proprio quest’ultimo, soprattutto quando portatore del sintomo, riveste un ruolo importante, in quanto ponte relazionale tra le generazioni. Solo instaurando un’alleanza con lui e il suo problema potremo scoprire il mondo relazionale della famiglia e restituirle competenza.