È necessario consultare il pediatra se il bambino mostra un qualsiasi segno di allarme che lasci pensare a un ritardo o una regressione dello sviluppo.
Ecco alcuni segnali di allarme che dovrebbero indurre il genitore a consultare uno specialista.
Dai 3 mesi d’età:
- non sembra rispondere a stimoli sonori intensi;
- non controlla il capo;
- non segue gli oggetti con lo sguardo;
- non sorride in modo direzionato (alle persone).
Dai 4 ai 7 mesi di età:
- non porta gli oggetti alla bocca;
- mostra ipertono o rigidità muscolare;
- mostra ipotono come una bambola di pezza;
- la testa cade all’indietro quando lo si tira su seduto;
- afferra gli oggetti con una mano sola o tendenzialmente con una mano;
- non mostra affetto per le persone che si prendono cura di lui;
- non sorride spontaneamente a 5 mesi;
- non riesce a stare seduto con appoggio a 6 mesi;
- non cerca attivamente di afferrare gli oggetti dai 6 mesi;
- non presenta la lallazione a 8 mesi.
Dagli 8 ai 12 mesi di età:
- non gattona;
- trascina una parte del corpo quando gattona;
- non riesce a stare in piedi se sostenuto;
- non cerca oggetti che vengono nascosti alla sua vista mentre guarda;
- non dice nemmeno una parola;
- non impara il linguaggio gestuale (per esempio, dire “no” con la testa oppure fare “ciao ciao” con la mano);
- non indica oggetti o immagini.
LA DIAGNOSI
La diagnosi di ritardo psicomotorio viene posta quando le abilità del bambino non raggiungono quelle previste per l’età cronologica ai test strutturati nelle diverse scale esaminate (motoria, personale e sociale, linguaggio, capacità di manipolazione). Ad un ritardo psicomotorio nei primi anni di vita non corrisponde necessariamente lo sviluppo di una disabilità intellettiva negli anni successivi.
LA VALUTAZIONE
La valutazione viene effettuata attraverso la visita neuropsichiatrica, con l’osservazione diretta del bambino, e con i test standardizzati per la valutazione dello sviluppo psicomotorio nelle seguenti aree:
- linguaggio, produzione e comprensione;
- motoria, sia nelle competenze motorie globali che di manipolazione;
- competenze comunicative e relazionali;
- questionari per i genitori.
A seconda della tipologia di quadro che si andrà a delineare verrà indicato un eventuale approfondimento diagnostico attraverso esami strumentali.
TERAPIA E TRATTAMENTO
Nei bambini con ritardo psicomotorio, il trattamento riabilitativo consigliato nei primi anni è la Neuropsicomotricità, e prevedere, a seconda del caso, un piano di intervento specifico per favorire lo sviluppo e i processi di riorganizzazione funzionale specifici per i singoli stadi di sviluppo, adattando gli interventi alle caratteristiche del bambino. A garanzia di un amaggiore efficacia dell’intervento molto indicati sono gli Interventi Indiretti e quelli Mediati dai Genitori. Un modello di intervento indiretto è ad esempio il Parent Training, in cui i genitori diventano protagonisti attivi dell’intervento riabilitativo grazie alle strategie psicoeducative fornite dallo specialista.